L’arte è sicuramente una disciplina affascinante, con le sue mille sfaccettature e sfumature.
A tal proposito l’università di Bologna ha compiuto un esperimento su cento “cavie della cultura” con l’obiettivo di dimostrare scientificamente, per la prima volta in Italia, se questa disciplina possa avere benefici sulla salute. Il test si è condotto nel corso di una serie di visite guidate alla cupola del santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo, vicino a Mondovì.
Questa cupola è la più grande di forma ellittica al mondo ed è soltanto cinque metri più piccola di quella di San Pietro. Questo test, è stato costituito dalla compilazione di un questionario per conoscere le attitudini delle cento cavie e dal prelievo di un campione di saliva prima e dopo la visita alla cupola per stabilire se dopo aver visto i meravigliosi affreschi e la straordinaria architettura “estrema” della volta del santuario si siano verificate variazioni nella produzione di cortisolo, l’ormone dello stress (ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, ndr). Se la quantità di cortisolo diminuisce in modo apprezzabile evidentemente, il teorema è dimostrato. Lo studio è stato condotto da un esperto proprio delle relazioni tra cultura e salute.
Non è solo una questione di cultura. Ma c’entra anche il saper vivere nel senso più pratico: imparare l’arte non per metterla da parte, ma per usarla tutti i giorni. Lo dice anche una ricerca, uno studio internazionale, che mette in connessione la salute psicofisica con la cultura, con l’arte in particolare. Ne ha parlato Harold J. Dupuy, un ricercatore americano: contemplando un capolavoro rilasciamo dopamina, un neurotrasmettitore che regola l’umore: il bello provoca emozioni capaci di agire sulla mente anche più dei farmaci. Nella nostra vita, per vivere meglio, serve dunque più arte. Perché come sosteneva Picasso “l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata dalla vita di tutti i giorni”. O perché, come dicevano più recentemente Alain De Botton e Jhon Armstrong l’arte ci permette di risolvere i problemi della vita. E attorno a quest’idea hanno costruito il loro movimento, la loro scuola dove l’arte s’impara per instaurare relazioni soddisfacenti, trovare la felicità e superare le ansie e le paure legate alla morte. Non solo per contemplare il bello, ma anche per migliorare la nostra vita.
Allora per almeno cinque buoni motivi è meglio cercare il museo più vicino.
- Per tamponare l’effetto della tecnologia e allenare il senso critico
Gli studenti di medicina di Harvard da una decina d’anni per allenare lo sguardo clinico seguono un corso, il “Training the eye”, alle Belle Arti di Boston. Questo perché hanno scoperto che guardando un quadro i medici arricchiscono la loro capacità di analisi e allenano il loro senso critico. In un’immagine: allenano l’occhio clinico a individuare i sintomi dei loro pazienti.
- Perché prepara al successo
Lisa Phillips in “The artistic edge” spiega che l’arte è fondamentale per aiutare i ragazzi a liberare le loro potenzialità. Non solo a scuola ma anche a casa. L’arte è strumento non per pochi, ma per tutti per sviluppare le proprie competenze in termini di pensiero creativo, fiducia, problem solving e capacità di costruire relazioni efficaci.
- Fa bene alla salute
Amare l’arte fa bene alla salute: chi ama l’arte ha più possibilità di riprendersi dall’ictus. Chi coltiva questa passione avrà un recupero più veloce e consistente. Lo dice una ricerca dell’Università Tor Vergata di Roma. Il ricercatore Ercole Vellone ha seguito 192 pazienti che avevano subito un ictus: chi si interessava di arte aveva un recupero maggiore e più consistente delle proprie capacità. In particolare, trovavano meno difficoltà a camminare, erano meno ansiosi e avevano una memoria più solida.
- Permette di liberare la nostra creatività
La creatività non ha età. Lo dimostra la città di Lisbona con Lata 65, un’organizzazione no profit che promuove l’arte tra la popolazione anziana. E non si tratta “solo” di andare per mostre, ma di fare arte attivamente. Un esempio? Il progetto che trasforma gli anziani in artisti di strada. L’obiettivo è avvicinare gli anziani ai giovani su un territorio comune, attraverso l’arte e la creatività.
- Perché migliora l’umore
Guardare un quadro fa bene all’umore. Lo dice uno studio della Norwegian University of Science and Tecnology di Trondheim in Norvegia e pubblicato dalla rivista di epidemiologia Journal of Epidemiology and Community Health che ha coinvolto oltre 50mila persone. Il risultato dello studio spiega che osservare un’opera d’arte fa ridurre in maniera significativa ansia e depressione e di contro fa aumentare la sensazione di soddisfazione per la propria vita.